About Me

Emanuele Bencivenga

Sono nato a Cori, un piccolo paese dei Monti Lepini, nel 1978. La data è importante per appartenenza generazionale.
Reputo una mia prima fortuna quella di aver fatto parte di uno dei gruppi degli sbandieratori di Cori, esperienza che mi ha dato la possibilità di viaggiare in giro per il mondo e l’opportunità di confrontarmi con molte altre culture.
Questo ha sicuramente toccato le corde della mia sensibilità fino alla consapevolezza dell’enorme bagaglio culturale che ne può derivare e di cui si può beneficiare e attingere per il resto della propria vita.

In ogni viaggio ho sempre portato con me una macchina fotografica (trovata in casa) e pian piano è nata quella che sarebbe stata la mia seconda grande fortuna, la passione per la fotografia. Dico fortuna perché la fotografia mi fa vedere il mondo con occhi diversi: il sole crea ombre e luci che per me sono sempre fonte di ispirazione, disegnano forme che mi riportano in un mondo onirico dove tutto sembra essere insieme perfetto e affascinante. Dopo molti anni ho deciso di approfondire la mia cultura fotografica e così ho frequentato diversi corsi presso l’Associazione fotografica “Factory 10” di Latina.

All’attivo ho una mostra fotografica dal titolo “Tra la fissità degli spazi e l’attimo fuggente della vita umana” e un progetto intitolato “Un racconto di una nonna”.

Il progetto scaturito dallo spettacolo “Ci chiamarono tutti Alda”, come tutte le cose belle, nasce per delle fatalità: la prima è l’amicizia con Fabio Appetito e successivamente con l’attrice Giulia Santilli. Fabio mi invitò a vedere lo spettacolo, e conoscendo la mia passione, a fare qualche foto di scena. Rimasi colpito nel profondo dallo spettacolo e così decisi che non poteva restare soltanto un ricordo. Nei mesi successivi dentro di me nacque il desiderio di farne un progetto fotografico. C’è da dire che un’altra fatalità ha concorso alla sua realizzazione, l’acquisto della mia prima casa. Cosa c’entra? Beh, le immagini sono venute fuori grazie a una delle stanze, così perfettamente arredata, che appena vista, mi ha fatto sobbalzare e pensare: ecco, è perfetta per il mio progetto! Il testo, la bravura di Giulia, hanno permesso una mia interpretazione di Alda. Tutto il resto è dentro e ben oltre le foto.